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CORRIERE della SERA

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2008-11-07

L'amministratore delegato dovrà rispondere dell'accusa più grave

Thyssen, a processo i sei imputati

"Fu omicidio volontario"

La decisione del gup sul rogo che costò la vita a sette operai. Guariniello: "Una sentenza storica"

Rogo alla Thyssen, al via il processo (1 luglio 2008)

*

Rogo Thyssen, morto il settimo operaio (30 dicembre 2007)

*

Torino, incendio in acciaieria (7 dicembre 2007)

(Ansa)

(Ansa)

TORINO - Omicidio volontario: per la prima volta nella storia, in Italia, qualcuno dovrà rispondere dell'accusa più grave in un processo per le morti sul lavoro. Lo ha deciso il giudice Francesco Gianfrotta, rinviando a giudizio i sei imputati per il rogo della Thyssen Krupp, che nel dicembre scorso a Torino costò la vita a sette operai. Il gup ha accolto tutte le tesi sostenute dai pm Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso, rinviando a giudizio l'amministratore delegato Harald Espenhahn con l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale, contestata per la prima volta in un caso del genere. Gli altri cinque dirigenti e dipendenti della Thyssen Krupp (Gerald Prigneitz, Marco Pucci, Giuseppe Salerno, Daniele Moroni, Cosimo Cafueri) sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo con colpa cosciente. A tutti è contestata anche l'omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Accolta anche la richiesta di rinvio a giudizio della Tyssen come persona giuridica "perché il reato è stato commesso nell'interesse e a vantaggio della società", come aveva spiegato il pm Raffale Guariniello. L'avvio del processo, per la prima volta in Corte d'Assise in questo settore, è stato fissato il 15 gennaio.

 

 

"MAI SUCCESSO PRIMA" - Per Guariniello si tratta di una sentenza storica". Il pm è stato il primo a uscire dall'aula dopo la lettura da parte del gup delle sue decisioni. Visibilmente soddisfatto, Guariniello ha sottolineato che "non era mai successo che si arrivasse ad un rinvio a giudizio sia per le persone fisiche che per la società per i reati che abbiamo contestato". Soddisfazione anche dei parenti delle vittime presenti in aula che sono usciti con le braccia alzate in segno di vittoria. Qualcuno ha esclamato "Grazie Guariniello", altri hanno detto "questo è solo l'inizio, ora devono andare in galera".

"CAMBIARE IMPUTAZIONE" - Diversa, ovviamente, la posizione della difesa. Per l'avvocato torinese Ezio Audisio, legale dell'amministratore delegato della Tyssen Krupp Harald Espenhanh, si tratta di una decisione "che ovviamente non auspicavamo ma che rispettiamo, restando convinti che questa disposizione di giudizio troverà un suo ridimensionamento, una sua ricollocazione in tematiche più consone a questo e ad altri casi analoghi". "Trattandosi di un rinvio a giudizio - prosegue l'avvocato Audisio - quella del giudice è una decisione che non entra nel merito delle responsabilità ma dice solo che si vada a giudizio. Noi - ricorda il legale - non abbiamo mai chiesto che non si facesse il giudizio, ma solo che lo si facesse su un altro capo di imputazione, di tipo colposo. Al momento il giudice non ha condiviso questa impostazione, ma noi restiamo convinti che la nostra tesi possa trovare accoglimento nel seguito del processo quando si affronterà il merito della questione".

MOTIVAZIONI - Nelle motivazioni del gup, si legge che "l'amministratore delegato della Thyssenkrupp si è rappresentato la concreta possibilità del verificarsi di infortuni anche mortali sulla linea Apl5" dello stabilimento di Torino, e ha "accettato il rischio". Secondo il giudice, Espenhahn - nonostante fosse a conoscenza dei problemi - "prendeva dapprima la decisione di posticipare dal 2006/2007 al 2007/2008 gli investimenti antincendio per lo stabilimento di Torino pur avendone già programmata la chiusura", e poi "la decisione di posticipare l'investimento per l'adeguamento della linea 5 (raccomandata dall'assicurazione, dai vigili del fuoco e da un organo aziendale, il Wgs - ndr) ad epoca successiva al suo trasferimento da Torino a Terni".

17 novembre 2008

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2008-11-07

L'accusa è di omicidio colposo. Per l'ad Harald Espenhahn omicidio volontario

Il processo si aprirà il 15 gennaio, riguarderà anche l'azienda nella veste di persona giuridica

Thyssen, imputati rinviati a giudizio

Guariniello: "Una sentenza storica"

Gli applausi dei parenti delle vittime: "E' solo l'inizio, devono andare in galera"

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Thyssen, imputati rinviati a giudizio Guariniello: "Una sentenza storica"

Raffaele Guariniello

TORINO - Sono stati tutti rinviati a giudizio i sei imputati per il rogo alla ThyssenKrupp di Torino nel quale, il 6 dicembre del 2007, morirono setto operai. L'amministratore delegato, Harald Espenhahn, risponderà di omicidio volontario con dolo eventuale. Lo ha deciso questa sera il gup Francesco Gianfrotta, che ha accolto tutte le tesi sostenute dall'accusa, rappresentata dai pm Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso. Intanto, altri due lavoratori sono morti carbonizzati in una fabbrica di gomma a Sasso Marconi, nel Bolognese.

Gli imputati. Il processo si aprirà il 15 gennaio in Corte d'Assise e riguarderà, oltre ai sei imputati, anche l'azienda nella veste di persona giuridica. Gli altri cinque dirigenti e dipendenti rinviati a giudizio per omicidio colposo con colpa cosciente, sono Gerald Prigneitz, Marco Pucci, Giuseppe Salerno Daniele Moroni e Cosimo Cafueri.

L'ordinanza. L'ad Espenhahn si è "rappresentato la concreta possibilità del verificarsi di infortuni anche mortali sulla linea Apl5" dello stabilimento di Torino, e ha "accettato il rischio". E' quanto si legge nell'ordinanza di rinvio a giudizio scritta dal gup Gianfrotta, secondo il quale Espenhahn - nonostante fosse a conoscenza dei problemi - "prendeva dapprima la decisione di posticipare dal 2006/2007 al 2007/2008 gli investimenti antincendio per lo stabilimento di Torino pur avendone già programmata la chiusura", e poi "la decisione di posticipare l'investimento per l'adeguamento della linea 5 (raccomandata dall'assicurazione, dai vigili del fuoco e da un organo aziendale, il Wgs, ndr) ad epoca successiva al suo trasferimento da Torino a Terni".

Guariniello: "Sentenza storica". "E' una sentenza storica - ha commentato il procuratore Guariniello - non è mai successo che si sia arrivati al rinvio a giudizio sia delle persone fisiche che delle persone giuridiche, riconoscendo in un caso anche l'omicidio volontario".

Gli applausi dei parenti delle vittime. "E' la nostra prima, grande vittoria": la decisione del giudice ha suscitato gli applausi dei parenti delle vittime, alcuni dei quali sono usciti dall'aula gridando "sì, sì" con le braccia alzate verso il cielo, altri "grazie Guariniello" e altri ancora "è solo l'inizio, devono andare in galera".

Chiamparino: "Forte domanda di giustizia". La decisione, secondo il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, "interpreta la forte domanda di giustizia che sulla tragedia ThyssenKrupp proviene da tutta la comunità torinese". Un commento anche da Antonio Boccuzzi, sopravvissuto al rogo e, oggi, deputato del Pd. "Per la prima volta in Italia - osserva - una Corte d'Assise discuterà di morti sul lavoro: è un'occasione storica, speriamo che rappresenterà davvero uno spartiacque e che tante cosa cambieranno in questo paese, a cominciare dai comportamenti di quelle imprese che non rispettano le norme sulla sicurezza sul lavoro".

(17 novembre 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'UNITA'

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2008-11-07

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2008-11-07

Thyssen: fu omicidio volontario.

Rinviati a giudizio i vertici

di Marco Ferrando

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17 novembre 2008

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ThyssenKrupp, per non dimenticare

Bologna, esplosione in fabbrica. Due morti

Si aprirà il 15 gennaio prossimo in Corte d'Assise il processo per l'incendio all'acciaieria ThyssenKrupp di Torino, e davanti al giudice compariranno sia l'amministratore delegato dell'azienda Harald Estenhan (il reato contestato è di omicidio volontario con dolo eventuale), sia i cinque dirigenti Gerald Prigneitz, Marco Pucci, Giuseppe Salerno, Daniele Moroni, Cosimo Cafueri, tutti rinviati a giudizio – insieme alla ThyssenKrupp come persona giuridica - per omicidio colposo con colpa cosciente.

La decisione – che di fatto accoglie integralmente l'impianto accusatorio presentato dall'accusa - è stata comunicata intorno alle 18 dal giudice per l'udienza preliminare Francesco Gianfrotta, entrato in camera di consiglio dopo aver presieduto in mattinata l'ultima udienza della fase preliminare.

Tra i primi a uscire dall'aula, dopo la comunicazione del rinvio a giudizio, il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, che ha parlato di "decisione storica": "Non era mai successo – ha sottolineato il pm - che in Italia si arrivasse ad un rinvio a giudizio sia per le persone fisiche che per la società per i reati che abbiamo contestato". Dunque il procedimento sull'incendio che il 6 dicembre scorso era costato la vita a sette persone rappresenterà il primo caso in Italia di processo per omicidio volontario per morti sul lavoro.

Immediata anche la reazione del sindacato: "Come la strage ha drammaticamente richiamato l'attenzione sui rischi nei luoghi di lavoro, ora serve una sentenza che aiuti a modificare i comportamenti delle imprese - ricorda Giorgio Airaudo, il segretario della Fiom torinese (costituita parte civile nel processo, insieme a Fim e Uilm) -. Finché si continua a morire per il lavoro accanto all'applicazione delle leggi, servono delle buone sentenze. Chi ha delle responsabilità in un'impresa deve sapere che, se le viola mettendo a rischio la salute o la vita dei lavoratori, ne risponderà in un'aula di giustizia".

Soddisfazione è stata espressa anche dai parenti delle vittime presenti in aula: quando il gup ha letto la decisione alcuni di loro sono usciti con le braccia alzate in segno di vittoria.

 

 

 

 

 

 

 

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